Le piscine fai da te

Con i kit per piscine interrate fai da te avere una piscina diventa un sogno a portata di tutti. Sono semplici e veloci da installare, sono sicuri e hanno un prezzo vantaggioso

Possedere una piscina nel proprio giardino o negli spazi esterni della propria casa è il sogno di molti. Al giorno d’oggi costruire una piscina è diventato molto più semplice e veloce rispetto ad un tempo. Oltre alla piscina classica interrata, infatti, in commercio esistono molte soluzioni per costruire piscine fai da te o premontate, interrate e non, capaci di soddisfare le esigenze di ogni cliente in tempi rapidi e ad un prezzo più contenuto rispetto alla classica piscina standard.

Avere una piscina nel giardino di casa aggiunge valore all’intera proprietà, sia in termini estetici che economici. Ma soprattutto ti permette di godere del relax e del divertimento di cui tu e la tua famiglia avete bisogno, in ogni momente e restando comodamente a casa. Potrai regalarti una piacevole nuotata in qualsiasi momento della giornata e per tutto il tempo che vuoi, senza doverla condividere con estranei. Inoltre, possedere una piscina renderà il tuo giardino un posto più accogliente, ideale per trascorrere momenti felici con amici e familiari garantendo allo stesso tempo privacy, sicurezza e tranquillità.

Piscina classica o fai da te?

Realizzare una piscina interrata standard richiedere comprensibilmente degli interventi più complicati, lunghi e costosi rispetto a quelli necessari per montare una piscina fuori terra o una piscina interrata con kit fai da te. Per costruire una piscina standard, infatti, bisogna innanzitutto far realizzare il progetto della piscina che si vorrà costruire da un progettista di professione. Il progetto dovrà soddisfare i desideri del cliente e rispettare tutti i criteri, funzionali ed estetici, tenendo conto delle normative vigenti in materia. Inoltre bisognerà provvedere al reperimento di tutte le autorizzazioni e i permessi necessari, come avviene per la costruzione di tutte le opere fisse.

Ogni ufficio tecnico comunale, in base al proprio piano regolatore, ha il compito di fornire tutte le informazioni utili ai cittadini che intendono realizzare una piscina interrata da giardino, valutando se il progetto si attiene o meno ai criteri stabiliti dal comune dove si intende realizzare l’opera. Ne verranno valutate le dimensioni, la forma, la profondità e l’adeguatezza del terreno in cui andrà posta tenendo conto anche di eventuali vincoli paesaggistici, di protezione del territorio o idrogeologici presenti nell’area di interesse.

Solo dopo aver verificato tutti questi aspetti viene rilasciato il permesso di costruzione e si possono avviare i lavori per realizzare la piscina interrata classica. Tutti questi passaggi richiedono dei tempi di attesa che possono variare in base alla zona in cui si intende costruire la piscina (soprattutto se sono presenti vincoli imposti dalla Soprintendenza ai Beni paesaggistici e ambientali) e dei costi superiori rispetto all’installazione di una piscina con kit fai da te.

I kit per realizzare piscine interrate fai da te

Se desideri avere una piscina interrata ma i costi eccessivi e le difficoltà di progettazione ti scoraggiano puoi valutare l’idea di installare una piscina nel tuo giardino con i kit fai da te. Queste strutture sono disponibili in diverse forme e dimensioni, sono pratici e veloci da montare e con un po’ di manualità potrai montarla da solo, senza l’aiuto di personale specializzato in materia di piscine.

I kit per costruire piscine fai da te contengono il materiale necessario per montare la struttura e allestirla, oltre alle istruzioni di montaggio e tutte le indicazioni necessarie per il mantenimento e la pulizia della piscina e dell’acqua. Le piscine fai da te sono principalmente realizzate con strutture in pannelli in acciaio zincato. Sono facili e veloci da installare, belle, sicure, economiche e disponibili in diverse misure, altezze e forme (rettangolare, ovale, rotonda ecc).

Installare e dettagli dei kit piscine interrate

Esistono svariati kit per piscine fai da te in commercio. Solitamente sono realizzati con moduli componibili in lamiera zincata privi di saldatura e dispongono di contrafforti posizionate ad ogni metro capaci di rendere la struttura autoportante, diversamente dai tradizionali pannelli che non sono portanti, ma solo da appoggio.

La filtrazione nelle piscine con kit fai da te è assemblata direttamente all’interno del muro filtrante. La potenza di filtraggio è superiore rispetto ai sistemi di filtrazione con filtro a sabbia, è di 13 mc/h e 20 micron. Grazie a questo sistema il filtro non viene sottoposto a lavaggio e controlavaggio permettendo un risparmio nell’utilizzo dell’acqua pari all’80%. Nella parte interna del muro filtrante solitamente viene posizionato un quadro elettrico con interruttori ABB estremamente sicuri e un orologio automatico capace di programmare i tempi per la filtrazione. Inoltre tutti i componenti per la realizzazione della piscina fai da te vengono messi in sicurezza attraverso la tenuta stagna e la successiva messa a terra.

L’installazione della piscina fai da te è pratica e veloce: dopo aver realizzato la soletta in cemento e i muretti laterali si procede con la posa dei pannelli in acciaio, del rivestimento interno e del bordo perimetrale e infine con il riempimento dell’acqua.

Calcolo del dosaggio dei prodotti chimici per piscine

Come trattare l’acqua della piscina per mantenere i livelli del cloro e la regolazione del pH ottimali

Il calcolo del dosaggio del cloro e la regolazione del pH dell’acqua della piscina è un aspetto molto importante non solo per chi gestisce un impianto natatorio pubblico ma anche per chi possiede una piscina privata. La regolazione del cloro e del pH va fatta periodicamente e con scrupolo, per mantenere dei livelli adeguati bisogna effettuare regolarmente controlli e trattamenti con prodotti chimici idonei per le piscine. La frequenza dei controlli varia in base a quanto viene frequentata la piscina e al periodo dell’anno.

A inizio stagione, ad esempio, tra marzo, aprile e maggio i controlli per il trattamento dell’acqua devono essere fatti ogni 3 – 4 giorni, mentre nei mesi in cui la piscina è più frequentata e le temperature sono più altre, da giugno fino a fine agosto, i controlli devono essere più ravvicinato, in media ogni 2 giorni.

Manutenzione della piscina: il calcolo del cloro e del pH dell’acqua

La regolazione del pH della piscina

La regolazione del pH rappresenta uno degli aspetti più importanti per una disinfezione efficace della piscina. La scala dei valori del pH varia da 0 a 14, il valore ideale che il pH dell’acqua dovrebbe avere è tra 7,0 e 7,4. Se il valore del pH è corretto i prodotti chimici impiegati per la manutenzione della piscina come cloro, antialghe, flocculante e anticalcare risultano più efficaci nel loro effetto, garantendo meno spreco di prodotto e la sicurezza dell’acqua.

Per tenere monitorato il valore del pH dell’acqua e regolarlo correttamente è possibile installare nella piscina un regolatore automatico di pH da utilizzare in combinazione ai dispositivi generatori di cloro attraverso elettrolisi del sale. Per capire a che livello si attesta il valore del pH dell’acqua della piscina bisogna munirsi di un tester di pH, in commercio si possono trovare tester digitali, misuratori elettronici e tester in blister.

Una volta misurato il valore del pH dell’acqua si potrà procedere con la correzione del suo valore attraverso l’utilizzo di specifici prodotti chimici come:

  • il pH+ va utilizzato se il valore del pH è inferiore a 7,0. In questo modo il prodotto alzerà il livello del pH portandolo al livello corretto
  • il pH- va utilizzato se il valore del pH è superiore a 7,4. In questo modo il prodotto abbasserà il livello del pH stabilizzandolo.

Questi prodotti chimici, capaci di correggere il pH dell’acqua, si possono trovare in formati di varie quantità, in base alle esigenze e alla dimensione della piscina, sia liquidi che granulari. Nella scelta del prodotto chimico da utilizzare bisogna fare particolare attenzione alla concentrazione, cioè alla quantità di millilitri o grammi necessari per abbassare del livello desiderato il valore del pH.

Il dosaggio del cloro della piscina

Per capire di quanto cloro ha bisogna la piscina bisogna innanzitutto regolare il pH. Affinché il cloro possa agire correttamente e nel modo più efficace il pH deve essere stabilizzato a 7,2.

Trattare la piscina con il cloro è un’operazione che va fatta periodicamente se si vuole godere di un’acqua pulita e soprattutto igienizzata. Per utilizzare correttamente il cloro e farlo agire con efficacia bisogna prestare una certa attenzione alla frequenza del trattamento, al periodo dell’anno, oltre che alla quantità e al dosaggio di cloro introdotto:

  • a inizio stagione si consiglia un trattamento di cloro shock o clorazione d’urto per igienizzare l’acqua dopo il periodo invernale o dopo eventi che hanno portato a un eccessivo inquinamento dell’acqua;
  • durante la stagione estiva, invece, si consigliano trattamenti con cloro lento per mantenere i livelli dell’acqua stabile senza però irritare la pelle dei bagnanti.

Solitamente il cloro viene venduto in pastiglie da 20, 200 o 250 grammi oppure granulare, la quantità adeguata di cloro da introdurre nella piscina va calcolata in base alla densità del prodotto e alle dimensioni della vasca. Per calcolare il giusto dosaggio di cloro da introdurre nella piscina bisogna considerare, ad esempio, che una pastiglia di cloro da 200 grammi riesce a trattare 15 mc di acqua. Con il trascorrere del tempo la pastiglia si consuma quindi, indicativamente ogni 7/10 giorni, bisogna ripetere l’operazione.

Le pastiglie per il trattamento del cloro devono essere inserite negli appositi dosatori galleggianti. Il cloro esercita anche un’azione decolorante perciò bisogna evitare qualsiasi tipo di contatto tra il cloro e le superfici della piscina che altrimenti rischierebbero di rovinarsi.

Per ottenere un dosaggio del cloro ottimale va ricordato che la quantità da introdurre per il trattamento dell’acqua deve tenere conto anche:

  • del numero di persone che abitualmente utilizzano la piscina;
  • del grado di esposizione al sole;
  • di fattori ambientali come pioggia e vento;
  • della temperatura dell’acqua e dell’aria;
  • del tempo in cui il filtro è in funzione;
  • della qualità dell’acqua.

Come scegliere il robot pulitore per piscina

È meglio un pulitore idraulico o elettronico? Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione quando si sceglie un robot pulitore per piscina? Te lo spieghiamo qui

I robot pulitori per piscine sono accessori indispensabili ai quali non si può davvero rinunciare se si ha una piscina interrata. I robot per la pulizia della piscina, infatti, garantiscono una pulizia della vasca molto più accurata, rispetto alla pulizia manuale. Ma soprattutto, essendo automatici, puliscono pareti e fondale, filtrano qualsiasi tipo di sporco in modo autonomo garantendo al proprietario di risparmiare tempo e fatica per la pulizia della piscina. Basterà accenderlo, selezionare il programma di pulizia desiderato e immergerlo nell’acqua in modo che possa compiere il suo lavoro.

I robot automatici diventano quindi indispensabili per tutti coloro che possiedono una piscina interrata che necessita di interventi di pulizia periodici, durante tutto l’arco della stagione in cui la piscina è in funzione. Ma diventa utilissimosoprattutto se si ha una piscina esterna – durante la fase di preparazione della piscina per la stagione estiva perchè permette una pulizia automatica e accurata di pareti, linea di galleggiamento e il fondale oltre all’eliminazione di tutti i detriti che si sono depositati durante la stagione invernale, senza svuotare completamente la vasca.

Robot pulitore per piscina: consigli utili

Ci sono molti fattori da tenere in considerazione quando si scegliere il tipo di robot per la pulizia della piscina. Molto dipende dalle dimensioni e dalla forma della vasca, dal materiale di rivestimento che si è scelto, ma anche dal budget che si ha a disposizione. Scegliere il robot piscina più adatto alle proprie esigenze, insomma, può essere meno facile di quello che si pensa. La prima cosa da sapere è che in commercio esistono due tipologie di pulitori: quelli idraulici e quelli automatici.

Che tipologia di robot pulitore scegliere? Idraulico o elettronico?

La pulizia della piscina è una delle operazioni più difficili e laboriose, ma soprattutto più delicate. La piscina, infatti, ha già un suo sistema di filtrazione che però permette di raccogliere solo lo sporco e i detriti che rimangono sospesi nell’acqua. Quelli che si depositano sul fondo, invece, difficilmente vengono rimossi dal sistema di filtrazione. Per questo bisogna ricorrere all’utilizzo di un pulitore automatico.

Pulitori automatici idraulici

La maggior parte dei pulitori automatici idraulici hanno solo una parte in movimento e possono essere collegati a una specifica porta di aspirazione o allo skimmer. Entrano in funzione solo quando la pompa di aspirazione è accesa raccogliendo sporco e detriti, depositandoli nel sistema di filtrazione della vasca.

I pulitori idraulici hanno il vantaggio di essere economici, facili da installare e da utilizzare, sono decisamente affidabili e non richiedono nessun tipo di manutenzione. Purtroppo però non hanno un serbatoio di raccolta dei detriti che vengono convogliati nel filtro principale della piscina, puliscono soltanto il fondale della vasca e non le pareti e non dispongono di alcun sistema di spazzolatura per una pulizia più accurata. Per queste ragioni negli ultimi anni i pulitori elettronici hanno progressivamente sostituito quelli idraulici.

Pulitori automatici elettronici

I pulitori automatici elettronicii cosiddetti robot – sono un sistema di pulizia e filtrazione a parte, che non coinvolge l’impianto di filtrazione della vasca o lo skimmer. Se una piscina ha un impianto di filtrazione debole, il robot idraulico – che funziona utilizzando l’energia prodotta dalla pompa di filtrazione – può risultare inefficace, cosa che non avviene con i robot elettronici che funzionano autonomamente.

Inoltre i robot elettronici non convogliano lo sporco nell’impianto di filtrazione della piscina ma raccolgono all’interno di un sacco filtro tutto lo sporco e i detriti presenti nell’acqua, sul fondale, sulle pareti e sulla linea di galleggiamento garantendo risultati migliori e una pulizia più omogenea – grazie all’azione delle spazzole che rimuovono alghe e batteri – rispetto ai pulitori idraulici o alla pulizia manuale.

Questi robot per la pulizia delle piscine effettuano dei cicli di pulizia programmabili, essendo degli apparecchi che funzionano in modo indipendente possono essere messi in funzione quando lo si ritiene più opportuno. Ottimizzano l’efficacia dei prodotti chimici utilizzati ed è possibile selezionare il programma di pulizia più adeguato all’intensità e al tipo di sporco presente in vasca, ogni modello infatti solitamente offre più programmi di pulizia. I robot pulitori hanno un basso voltaggio, garantiscono quindi bassi consumi ma sono più costosi rispetto ai pulitori idraulici, inoltre richiedono pochissima manutenzione visto che a ogni utilizzo bisogna solo lavare il filtro interno dell’apparecchio e in ultima la sostituzione delle spazzole quando è necessario.

Gli aspetti da tenere in considerazione quando si sceglie un robot pulitore per piscina

Abbiamo appena visto perché un robot pulitore elettrico è preferibile rispetto a quello idraulico. Gli altri aspetti da tenere a mente quando si sceglie un robot pulitore per piscine interrate sono la forma e il rivestimento della piscina.

Se il fondo della piscina è piatto è sufficiente un pulitore a due motori. Ma se la piscina non ha un fondale regolare (ci sono dei gradini oppure il fondale è a forma di piramide rovesciata) bisogna optare per un modello più potente, a tre motori, capace di ruotare, evitare gli ostacoli e di raggiungere tutti i punti della piscina.

Per le piscine rivestite con piastrelle (che rendono le pareti più scivolose) è consigliabile scegliere un modello a 4 ruote motrici o dotato di ventose o spazzole progettate per aderire perfettamente alle superfici.
Infine, l’ultimo consiglio è quello di affidarsi a un rivenditore serio e affidabile, capace di proporre il robot migliore in base alle caratteristiche della piscina e di garantire assistenza tecnica e ricambi anche nella fase di post-vendita.

I rischi microbiologici in piscina

Le patologie trasmissibili attraverso l’acqua sono molte di più di quello che si pensa. I principali rischi microbiologici in piscina sono di origine igienico sanitaria, legati alla contaminazione di tipo microbica da parte delle persone che usano gli impianti natatori. Per questo motivo è molto importante attenersi scrupolosamente alle regole comportamentali imposte dai gestori degli impianti. Alcuni esempi? Fare la doccia prima di entrare in acqua, sanificare i piedi, usare calzature dedicate e la cuffia. Tutto questo può sembrare banale, ma i rischi microbiologici in piscina si riducono drasticamente rispettando queste semplici regole.

Tutte le piscine pubbliche, gli impianti sportivi, i parchi acquatici e le piscine turistico ricettive hanno l’obbligo di rispettare la buona qualità dell’acqua di balneazione secondo i parametri chimico – fisici, chimici e microbiologici imposti nell’Allegato 1, Tabella A, dell’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003. Inoltre a ridurre il rischio contribuiscono le operazioni di pulizia delle vasche e di tutte le superfici annesse, i controlli sugli impianti di filtrazione e la pulizia dei filtri, i controlli giornalieri dei parametri in vasca e il funzionamento della centralina automatica di dosaggio dei prodotti chimici. Quest’ultima gioca un ruolo molto importante poiché garantisce la corretta concentrazione di cloro residuo presente in vasca necessario alla distruzione dei microrganismi.

Tuttavia nelle piscine private non c’è l’obbligo di utilizzare apparecchiature automatiche per la misurazione e il dosaggio dei prodotti chimici e tanto meno dell’ analisi dell’acqua. In questo caso il proprietario della piscina dovrà attrezzarsi in modo tale da tutelare la salute dei bagnanti mettendo in atto tutte le procedure necessarie per ridurre i rischi microbiologici in piscina.

Di seguito troverai l’elenco delle principali infezioni che si possono contrarre in piscina e alcuni consigli su come evitare questi rischi.

Quali sono e come si contraggono le infezioni in piscina

La piscina – sia pubblica che privata – deve innanzitutto essere un luogo igienicamente sicuro in grado di tutelare la salute e la sicurezza dei bagnanti. In caso contrario virus, batteri e protozoi, che in acqua trovano un habitat ideale, possono diventare dei veri e propri rischi microbiologici in piscina.

La trasmissione di virus, batteri e protozoi può avvenire:

  • per via enterica, nel caso di ingestione di acqua contaminata
  • per via non enterica, nel caso di inalazione (durante tuffi e immersioni) di acqua infetta o contatto con superfici contaminate (bordi, pareti, fondale piscina, scivoli, trampolini, scalette ecc.).

La temperatura dell’acqua, la concentrazione al suo interno di microrganismi e il tempo di permanenza delle persone in acqua sono fattori che possono determinare il contagio e la trasmissione di numerose infezioni. Scopriamole assieme.

Virus, batteri e protozoi enterici e non enterici: i rischi microbiologici in piscina

Trasmissione di natura enterica: ingestione di acqua infetta

Virus

  • Adenovirus di origine fecale e orale (es: lacrime, muco) si trasmette attraverso il loro rilascio in acque, con clorazione insufficiente e non sanificate ristabilendo i parametri igienici di sicurezza, che possono diventare veicolo di trasmissione dell’adenovirus. Il virus può provocare malattie dell’apparato respiratorio, congiuntiviti, infezioni gastroenteriche, faringee e altre malattie.
  • Norwalk virus di origine fecale, tramite ingestione e inalazione può causare infezioni gastroenteriche.
  • Echovirus di origine fecale e orale (es: vomito), si trasmette attraverso l’ingestione e l’inalazione e può provocare meningite.
  • Epatite A virus si trasmette per via oro – fecale in acque infette dove la clorazione non c’è o è insufficiente.

Batteri

  • Shigella spp
  • Escherichia coli 0157
  • Salmonella spp

Tutti e tre di origine fecale, si trasmettono attraverso l’ingestione di acqua infetta. Possono provocare infezioni gastrointestinali e per l’Escherichia coli 0157 anche coliti emorragiche a causa di forte insufficienza renale con anemia emolitica. Questi batteri sono particolarmente sensibili al cloro, nelle piscine dove non viene fatta la clorazione proliferano e si trasmettono con più facilità.

Protozoi

  • Giardia è un’infezione che provoca diarrea e disidratazione;
  • Cryptosporidium causa enterite acuta con diarrea e dolori all’addome.

Entrambi si trasmettono attraverso l’ingestione di acqua contaminata da feci che contengono cisti (per la Giardia) e oocisti (per il Cryptosporidium) che hanno un buona tolleranza ai disinfettanti chimici più comuni come cloro e ozono. Nel caso di acqua infetta è essenziale procedere con la filtrazione (in caso di Giardia filtrazione con porosità >7 um, in caso di Cryptosporidium filtrazione con porosità > 4um) e l’utilizzo di flocculanti che permettono di aggregare e rimuovere con più facilità il materiale disciolto. Questi protozoi sono dei potenziali portatori di epidemie e sono particolarmente pericolosi per le persone immunodepresse.

Cosa fare?

Nel caso in cui la piscina sia stata contaminata attraverso il rilascio di feci o vomito nell’acqua bisogna:

  • vietare l’ingresso in acqua ai bagnanti fino a igienizzazione avvenuta;
  • in caso di feci solide, rimuoverle completamente ed eseguire una superclorazione;
  • svuotare – se possibile – totalmente la piscina, rimuovere il materiale e procedere con dose shock di clorazione, flocculante, filtrazione per 6 volte dell’acqua, lavaggio del filtro in controcorrente e smaltimento dell’acqua, in caso di feci liquide e vomito.

Trasmissione di natura non enterica: per inalazione di acqua o contatto con superfici contaminate

Virus

  • Molluscipoxvirus si trasmette per contatto diretto con persone e superfici contaminate. Può provocare congiuntivite e infezioni alla faringe.
  • Papilloma Virus si trasmette attraverso il contatto di superfici infette che, se non correttamente igienizzate, possono diventare veicolo di trasmissione del virus che causa tumori benigni della cute, verruche, soprattutto su piedi, ginocchia, mani e gomiti.
  • Adenovirus di origine fecale e orale, si trasmette attraverso il contatto di superfici infette.

Batteri

  • Legionella spp. si trova nell’ambiente e il contagio avviene per inalazione. La legionellosi si manifesta attraverso la Sindrome di Pontiac e la Malattia dei Legionari.
  • Pseudomonas spp. si trasmette attraverso il contatto con persone e superfici contaminate. Può provocare follicolite, otite, infezioni alle vie urinarie, respiratorie e delle cornee.
  • Staphylococcus spp. si trasmette attraverso il contatto con persone e superfici infette. Può causare infezioni della cute e delle ferite, alle vie urinarie e agli occhi oltre a otite esterna e impetigine.
  • Mycob. marinum si trasmette attraverso il contatto con superfici infette e provoca infezioni della cute e dei tessuti molli e nei casi più gravi malattie respiratorie.
  • Funghi e lieviti si trasmettono attraverso il contatto con persone e superfici infette.

Protozoi

  • Naegleria fowleri si trova nell’ambiente e si trasmette per inalazione (es: tuffi o immersione) di amebe che giungendo al cervello provocano Meningoencefalite Amebica Primaria (MAP). Per ridurre il rischio si consiglia sempre di riempire la piscina utilizzando acqua proveniente da una fonte sicura e trattandola con flocculanti e filtrazioni.
  • Acanthamoeba si trova nell’ambiente e, come per la Naegleria, si trasmette per inalazione. Può provocare l’Encefalite Granulomatosa Amebica (EGA) e un’infiammazione della cornea, la cheratite da Acanthamoeba.

Per ridurre le possibilità di contrarre le malattie sopra elencate e per salvaguardare la salute e la sicurezza dei natanti bisogna periodicamente – in base alla frequenza di utilizzo della piscina – procedere con le relative misure di sanificazione dell’acqua, degli impianti e delle superfici della piscina.

Piscina: messa in funzione per la stagione estiva

Tutti i passaggi per l’apertura e la corretta messa in funzione della piscina a inizio stagione: dalla pulizia al controllo degli impianti fino al trattamento dell’acqua

Per rimettere in funzione la piscina dopo la pausa invernale bisogna seguire alcune semplici indicazioni. Di seguito ti spiegheremo quali sono gli step da seguire, passo dopo passo, per una corretta messa in funzione della piscina in modo da non avere problemi di manutenzione durante l’estate.

Innanzitutto qual è il periodo migliore per pulire la piscina e rimetterla in funzione? Prima dell’arrivo del caldo, quando la temperatura dell’acqua si aggira attorno ai 12° C, non oltre altrimenti c’è il rischio che si formino delle alghe complicando le seguenti fasi di pulizia.

Tutti gli step per mettere correttamente in funzione la piscina per la stagione estiva

 

1 Rimuovere, lavare e riporre il telo di copertura invernale

La prima cosa da fare per preparare la piscina alla stagione estiva è rimuovere il telo di copertura assicurandosi di togliere tutti i residui che si sono depositati sulla superficie del telo lungo il corso dell’inverno e l’eventuale acqua stagnante. Durante la rimozione fai attenzione che il telo non sprofondi nell’acqua. Poi procedi con la pulizia, per farlo puoi utilizzare l’idropulitrice. Assicurati che entrambi i lati della copertura siano completamente puliti e, per una conservazione ottimale, puoi cospargerla con del talco prima di piegarla e riporla in un posto protetto e asciutto.

È consigliabile svuotare completamente la piscina e pulirla accuratamente, come vedremo di seguito.

2 Svuotare la piscina totalmente

Per svuotare la piscina bisogna accendere la pompa impostando la valvola selettrice in modalità scarico. In questo l’acqua fluirà attraverso le prese di fondo svuotando completamente la piscina. Ti consigliamo di effettuare questo passaggio con molta calma, tenendo in considerazione la portata della fognatura del tuo comune di residenza. Per rimuovere anche gli ultimi centimetri d’acqua depositati nel fondo vasca puoi munirti di un’ulteriore pompa di scarico in modo che la piscina sia completamente vuota prima di effettuare gli altri passaggi.

3 Pulire le pareti e il fondale della piscina

Per la pulizia di pareti e fondale ti consigliamo di scegliere i prodotti più idonei in base al tipo di sporco da rimuovere facendo molta attenzione alla loro compatibilità di utilizzo sui rivestimenti (pareti e fondale), per non rischiare di rovinarli. Solitamente sono necessari i disincrostanti a base acida nelle aree dove l’acqua è molto calcarea. Per rimuovere la solita riga gialla nella linea di galleggiamento puoi utilizzare uno sgrassatore. Procedi cospargendo il prodotto scelto sulle pareti da pulire, se necessario lasciarlo agire per alcuni minuti, e spazzola prima di proseguire con il risciacquo.

4 Controllare e pulire pompe e filtri

Durante la fase di rimessa in funzione della piscina non ci si deve dimenticare di detergere anche le altre componenti – oltre alla vasca – come le pompe, filtri e prefiltri. Bisogna svuotarli, pulirli e risciacquarli accuratamente. Per pulire gli skimmer bisogna lasciare aperto il prefiltro della pompa in modo che l’acqua scorra nelle tubazioni. Se la piscina è a sfioro, invece, pulire accuratamente anche la canalina. In questo caso è necessario lo svuotare e la pulire anche della vasca di compenso.

Anche l’impianto di filtrazione va controllato e pulito, assieme ai filtri che vanno lavati e risciacquati più volte per garantire una chiarificazione dell’acqua adeguata. I filtri vanno puliti con un lavaggio controcorrente in modo da rimuovere sporco e impurità e riassettare la sabbia. Durante l’estate, periodicamente, i filtri andranno ripuliti.

5 Riempire la piscina

Terminate le fasi di pulizia si può procedere con il riempimento della piscina. Si consiglia di usare l’acqua dell’acquedotto perché chimicamente sana. Diversamente l’acqua presente in un pozzo privato, anche se limpida, presenta sostanze naturali che agevolano – ad esempio – la formazione di alghe. Nonostante si possa poi trattare l’acqua con prodotti chimici va ricordato che è una procedura che alla lunga richiede più manutenzione e costi aggiuntivi.

6 Trattamento dell’acqua a inizio stagione

Il trattamento dell’acqua a inizio stagione – o da effettuarsi dopo particolari situazioni ambientali che alterano la composizione dell’acqua – va fatto attraverso la superclorazione o clorazione d’urto.

Attraverso la superclorazione si introduce nell’acqua una quantità di disinfettante a base di cloro di gran lunga superiore a quella utilizzata durante le normali procedure di disinfezione dell’acqua. L’obiettivo è quello di disinfettare e sterilizzare tutti i componenti della piscina per eliminare e ossidare qualsiasi microrganismo sopravvissuto durante le precedenti procedure di pulizia della piscina. Il cloro, infatti, ha una funzioni battericida molto efficace.

Come effettuare il trattamento dell’acqua con la superclorazione

Per questo tipo di trattamento dell’acqua di inizio stagione la quantità di cloro da usare è superiore a quella usata durante la clorazione standard, si consiglia di utilizzare un prodotto ad alta concentrazione di cloro adatto per la clorazione shock e di diluire secondo le indicazioni riportate sull’etichetta del produttore. La piscina non potrà essere usata per almeno 2-3 giorni durante i quali bisognerà monitorare il livello di cloro presente nell’acqua.
Si ricorda di usare i guanti, occhiali protettivi ed altri dispositivi di sicurezza nella manipolazione dei prodotti chimici.

7 Regolazione dei livelli di cloro e pH

Terminato il trattamento dell’acqua con la superclorazione bisogna verificare che cloro e PH siano a livelli ottimali per garantire un accesso sicuro ai bagnanti:

  • livello di cloro ottimale = 1,2 (o compreso tra 1,0 – 1,5)
  • livello di pH ottimale = 7,2 (o compreso tra 7,0 – 7,4)

Con il test kit puoi monitorare i valori di cloro e pH.

Dopo aver effettuato tutte le procedure di controllo, pulizia e trattamento dell’acqua si può iniziare a montare le scalette e tutti gli altri accessori esterni.