La depurazione dell’acqua in piscina

La depurazione come strumento utile per il riciclo dell’acqua

Tuffarsi in una piscina in cui la temperatura dell’acqua è tutto l’anno sempre 28-30 gradi è una sensazione meravigliosa e impagabile. È possibile risolvere questa situazione in modo economico? Oggi sì, grazie alle pompe di calore, un sistema altamente ecologico per riscaldare le piscine.

L’acqua limpida e trasparente di una piscina è il risultato di un lavoro molto accurato di depurazione che parte dall’ottica ecologista di poterla riciclare in quanto bene prezioso e sempre più limitato. Da questa scelta è nata l’esigenza di stabilire delle procedure di trattamento e disinfezione dell’acqua affinché risponda a parametri di sicurezza chimica e microbiologica che la rendano adatta all’utilizzo da parte delle persone.Queste procedure devono rispondere alla Norma UNI 10637/2016Requisiti degli impianti di circolazione, filtrazione, disinfezione e trattamento chimico dell’acqua di piscina mentre il documento Conferenza Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 stabilisce i requisiti di qualità sia dell’acqua di immissione che di quella contenuta in vasca per la balneazione.

Aspetti tecnici per la depurazione dell’acqua

Quando un uomo rimane immerso per un’ora in piscina il suo corpo può arrivare ad assorbire fino a mezzo litro d’acqua e questo è uno dei motivi per cui l’acqua potabile è considerata la migliore per il riempimento della piscina e per la sicurezza igienico-sanitaria.  

Secondo la citata Norma UNI 10637/2016 e la legislazione vigente l’acqua utilizzata per riempire le piscine può provenire da autobotte, dall’acquedotto o da un pozzo. L’acqua potabile dell’acquedotto è però quella più consigliata perché presenta naturalmente già caratteristiche chimiche e microbiologiche idonee all’utilizzo per la balneazione in piscina, mentre invece per quanto riguarda l’acqua di autobotte o di pozzo devono prima essere sottoposte a controlli chimico-fisici e batteriologici.

La Norma UNI 10637/2016 prevede che tutti i tipi di trattamento di depurazione dell’acqua della piscina devono essere funzionanti in modo continuativo nell’arco delle 24 ore, con un ricambio giornaliero di almeno 30 litri d’acqua per bagnante e in ogni caso non inferiore al 2.5% del volume della vasca. Gli impianti di filtrazione devono inoltre garantire, a seconda del tipo di vasca, un tempo di ricircolo minore o uguale a quello stabilito e comunque nel range da 1 a 6 ore.

Il monitoraggio delle caratteristiche chimiche

La qualità chimica dell’acqua in vasca è condizionata principalmente da parametri quali la durezza, il pH, l’alcalinità e la presenza di metalli pesanti legati tra loro e dall’ambiente della vasca stessa:

  • Durezza: si tratta della concentrazione di calcio e magnesio. Tale parametro viene continuamente monitorato perchè in caso di acqua troppo dura di può formare calcare che intacca l’impianto alterandone il buon funzionamento. Generalmente la durezza dell’acqua viene mantenuta ai livelli richiesti dalla normativa modulando il pH e la temperatura dell’acqua. In alcuni impianti possono essere anche presenti sistemi di addolcimento per il controllo della durezza.
  • pH dell’acqua: deve essere compreso in un range tra 7.2 – 7.4, all’interno del quale si è evidenziata la miglior resa dei vari trattamenti chimici (clorazione e flocculazione): se il valore infatti si abbassa sotto il range consigliato l’acqua diventa meno alcalina e può corrodere i metalli e gli intonaci.
  • Alcalinità: deve essere mantenuta tra 80 e 130 ppm. Al di sotto del valore minimo l’acqua diventa aggressiva per i bagnati (bruciore degli occhi e irritazioni) e al di sopra del massimo la regolazione del pH diventa difficile.
  • Presenza di metalli pesanti, in particolare Ferro, Rame e Manganese. Le concentrazioni di tali metalli pesanti vengono monitorate costantemente, anche in fase di riempimento della piscina se si utilizza l’acqua di un pozzo, in quanto oltre ad alterare il colore dell’acqua sono sostanze nocive per l’uomo.

Monitoraggio delle caratteristiche fisiche

Non bisogna infine dimenticare l’interposizione tra la pompa di calore ed il bacino con uno scambiatore di calore a piastre di un materiale in grado di resistere all’aggressività delle acque clorate, come ad esempio il titanio. Il circuito idraulico deve essere dotato in ogni caso di filtri e prefiltri per proteggere l’impianto ed inoltre di un sistema di by-pass lato piscina per evitare il sovradimensionamento dello scambiatore.

Le principali caratteristiche fisiche dell’acqua di piscina da monitorare sono temperatura e torbidità, ovvero limpidezza e trasparenza.

  • Temperatura dell’acqua della piscina va mantenuta intorno a una media di 27° C. Quando la temperatura è troppo alta diminuisce l’efficacia del cloro e incrementa la velocità della crescita batterica, ma alte temperature possono causare anche ipertermia influenzando il comfort del nuotatore e rendere torbida l’acqua. Un’alterazione della temperatura può non solo favorire l’evaporazione dell’acqua ma incide sul valore della durezza, pH, alcalinità e concentrazione di metalli pesanti.
  • La torbidità dell’acqua della piscina indica non solo la presenza antiestetica di detriti o solidi in sospensione ma anche alterazioni chimiche e microbiologiche che causano l’intorbidimento dell’acqua. Quando l’acqua diventa torbida si deve valutare la necessità di:
    • aumentare il tempo di filtrazione dell’acqua
    • potenziare l’impianto di filtrazione
    • regolare il pH dell’acqua
    • aumentare il disinfettante presente